STORIA

LA STORIA SALVIATI

Un viaggio nel passato alla scoperta della storia di un uomo visionario, nato avvocato e divenuto imprenditore, e dell’azienda che dal 1859 porta il suo nome.

L’AVVOCATO ANTONIO SALVIATI E IL SUO SOGNO

Nel 1859 presso la sede di Dorsoduro, Venezia al civico 731 viene fondata la ditta “Salviati Dott. Antonio fu Bartolomeo”. Inizia così il percorso imprenditoriale dell’Avvocato vicentino Antonio Salviati che, innamorato dei preziosi mosaici della basilica di S. Marco e affascinato dall’arte vetraria muranese, decide di iniziare la produzione di mosaici e di oggetti in vetro di Murano.

A spingerlo in questo percorso un obiettivo ambizioso e lungimirante: risollevare le sorti dell’arte vetraria muranese decaduta da decenni. Una sfida che trova il massimo supporto da due figure fondamentali nella storia del vetro di Murano: il sindaco dell’isola, Antonio Colleoni e l’Abate Vincenzo Zanetti, fondatore del museo del vetro e della prima scuola di disegno per vetrai.

I primi successi e gli investimenti internazionali

Trampolino di lancio è la “Prima esposizione Vetraia” del 1864 alla quale Salviati partecipa con un mosaico monumentale che gli vale un premio superiore alla medaglia d’oro. Il successo riscontrato conferisce credibilità all’Azienda, che avvia così la propria produzione presso Palazzo Da Mula.

La nuova realtà aziendale e produttiva necessitava di investitori e l’Avvocato inizia il processo di internalizzazione dell’azienda rivolgendosi al mercato economico e finanziario d’oltremanica. L’Inghilterra dimostra sin da subito grande interesse per la produzione dei mosaici Salviati – come testimonia il mosaico presente sulla facciata dell’attuale Apple Store a Regent Street, Londra. Proprio a Londra il 21 dicembre 1866 è costituita la “Società Anonima per Azioni Salviati & C.” con l’appoggio del diplomatico Sir Austen Henry Layard e dello storico William Drake. A sancire il nuovo assetto societario l’acquisizione di una nuova sede, questa volta in rivo dei vetrai a Murano.

L'esposizione universale di Parigi del 1867 celebra il progetto di rilancio di Antonio Salviati

<< Venezia va debitrice al cavaliere Salviati del risorgimento d’una delle più legittimamente celebri sue industrie>>. Da Esposizione Illustrata di Parigi, 1867 pag. 275.

<<Venezia e l’Italia hanno ottenuto un gran successo all’Esposizione universale. Il risorgimento di una delle sue industrie più celebri è consacrato in questo momento stesso dalla medaglia d’oro decretata dal giurì al signor Salviati […] la folla […] contorna le vetrine che racchiudono quei vetri così trasparenti e così leggeri che si direbbe aria tessuta, impregnata, quando nelle loro forme eleganti si iridificano di quei riflessi cangianti, di cui li riveste talvolta il capriccio dell’artista, autore di un vero raggio di sole della bella e splendida Venezia>>. Da Esposizione Illustrata di Parigi, 1867 pag. 311

Il ruolo fondamentale della formazione nel vetro di Murano

La formazione assume un ruolo fondamentale per la Società; la frequenza alla Scuola di disegno è resa obbligatoria per <<[…] tutti i giovani operai dello Stabilimento che non si affaticano esclusivamente in lavori manuali. Essa viene istituita allo scopo non solo di elevare il sentimento della loro dignità e delle ristrette loro prime aspirazioni, […] e migliorare la loro educazione artistica e così facilitare un miglioramento anche nella loro condizione economica.

Insieme alla scuola di disegno, viene istituita anche una scuola gratuita dove si insegna a tutti i dipendenti a leggere e a scrivere.

La diversificazione della produzione e i progetti su misura

In poco tempo Salviati & C. diversifica la propria produzione annoverando bicchieri, coppe, anfore, ampolle che garantiscono il primo premio alle esposizioni universali tre anni consecutivi. Prosegue in modo fiorente anche la produzione di mosaici, utilizzati per progetti di prim’ordine: dall’House of Parliament di Londra, al palazzo del Viceré di Alessandria d’Egitto, al Teatro dell’Opera di Parigi, annoverando le case private di facoltose personalità di New York.

Tutto l’Ottocento per Salviati & C. è all’insegna dello sviluppo, successo e fama nel mercato nazionale ed internazionale, e l’Azienda diviene simbolo e riferimento dell’arte vetraria muranese in tutto il mondo.

L'eredità Salviati nel passaggio tra '800 e '900

Alla morte di Antonio Salviati nel 1890, alla guida dell’azienda si susseguono dapprima i tre figli e successivamente Maurizio Camerino, anni prima direttore generale. Suo il merito del progetto decorativo musivo della Stanford Memorial Church a Palo Alto (California, USA): giunta a compimento dopo 12 anni di lavoro. Così come l’apertura di una sala vendite in Via Montenapoleone a Milano e l’istituzione di una collezione museale di vetri di Murano dall’800 al ‘900.

Il dopoguerra, le biennali e l'illuminazione

Alla morte di Maurizio Camerino nel 1931 alla guida di Salviati subentrano i tre figli: le solide basi dell’azienda consentono di raggiungere nuovi importanti traguardi nel mondo dell’arte con le partecipazioni alle biennali del 1932 e del 1934. Nemmeno il secondo conflitto mondiale mina la forza del marchio Salviati: nel dopoguerra Renzo Camerino ripristina la sede produttiva distrutta, e riprende con vigore i contatti commerciali. Grazie al nipote Renzo Tedeschi, neolaureato in Ingegneria al Politecnico di Torino, rientrato da poco da uno stage negli stati Uniti, Salviati avvia la propria produzione di apparecchi di illuminazione. Negli anni successivi si intensificano le collaborazioni con artisti e designer di successo. La sede produttiva nel 1959 viene trasferita in Fondamenta Radi 16, dove si trova tuttora.

LE GRANDI OPERE D’ILLUMINOTECNICA

Le nuove dimensioni produttive permettono di ampliare ulteriormente il mercato internazionale anche nel campo dell’illuminazione d’architettura. Numerosi i progetti realizzati, come il lampadario di 9 tonnellate per 22 metri di altezza presso la Camera di Commercio di Parma, il controsoffitto luminoso della sede dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale a Ginevra e del Kowloon Hotel ad Hong Kong. Così come le vetrate fonoassorbenti dell’Aula Nervi in Vaticano e l’illuminazione del gran salone d’onore del Philippine Plaza Hotel a Manila in collaborazione con l’architetto John Marsteller. A sancire la notorietà dell’azienda Salviati & C. la fornitura, tramite concorso internazionale, di 12 lampadari alti 11 metri per la sala dei concerti Tonhalle diu Dusseldorf, realizzati con un innovativo sistema di elementi componibili in vetro, “LS- System”, tra gli attuali capisaldi dell’azienda.

Salviati dall'età moderna ad oggi

La storia di Salviati prosegue nell’epoca moderna mantenendo l’attenzione sulla definizione dello stile innovativo che l’aveva contraddistinta fin dalla sua nascita. Si intensificano le partecipazioni a rassegne internazionali, come le Biennali di Venezia dal 1958 al 1972 (ultimo anno in cui i vetri muranesi furono ammessi) grazie a progetti di designer del calibro di Betha e Teff Sarasin, Claire Falkestein, Luciano Gaspari. Nel 1962 Salviati conquista il massimo riconoscimento nel mondo del Design, il premio “Compasso d’Oro” assegnato da A.D.I. per il vaso Marco disegnato dall’architetto Sergio Asti.

Nel 1965 la trasformazione societaria con il cambio di denominazione in Salviati & C. s.p.a., seguita dall’acquisizione da parte del Gruppo Ferruzzi nel 1987 che la cede poi ad una società francese. Dal 2015 la proprietà è tornata ad essere veneziana con l’acquisizione da parte del gruppo Umana.

Salviati e i suoi designer

Hanno disegnato per Salviati :
Luciano Gaspari, Sergio Asti (Compasso d’Oro 1962), Claire Falkenstein, Ward Bennet, Teff e Betha Sarasin, Ingo Maurer, Ross Lovegrove, Amanda Levete, Tom Dixon, Nigel Coates, Thomas Heatherwick, Luca Nichetto, Ben Gorham, Johanna Grawunder, Christian Ghion, Simon Moore, Heunz Oestergaard.

Opere di Salviati sono esposte al Musée du Verre di Liegi, al Kestner Museum di Hannover, al Museum of Modern Art di New York, al Corning Museum of Glass di Corning, al Museum Harretz di Tel Aviv, al Museo del Vetro di Murano.